Honda S2000 un must per un nostalgico come me!
Era il lontano 2003, quando tra le varie auto che in quell’anno provavo per una trasmissione televisiva su Canale 21, mi capitò tra le mani una Honda S2000.
Ero appena sceso dall’incredibile Renault Clio V6, dunque, poco propenso a rimettermi in discussione. Eppure, la storica Honda S2000 era pronta a conquistarmi.
Sia ben chiaro, la Clio V6 mi aveva sconvolto tanto per la sua rudezza, per il suo carattere, era davvero difficile portarla al limite perché ti stregava, ma al tempo stesso ti metteva soggezione.
L’ufficio stampa Honda dell’epoca, mi mise così a disposizione una vettura di cui ne avevo sentito ampiamente parlare ma che di fatto, avevo visto solo sulle riviste specialistiche.
Arrivo a Roma, sede di Honda Automobili Italia e mi trovo di fronte, dopo le varie procedure di accredito e comodato, a una due posti, bassa, acquattata, cattiva, pura, essenziale!
Quella Honda S2000 aveva una carrozzeria argentata, cerchi a razze e interni in pelle rossa.
Aveva percorso poco più di 1.000 km.
La osservai per capire quanta cattiveria trasudasse da quel lungo cofano motore!
Entrato nell’abitacolo, altro colpo di scena, la strumentazione!
Sono un appassionato di motori, di auto, di moto, quel contagiri, digitale, a mezza luna, mi ricordava la Honda VTR.
Una bicilindrica che sognavo di acquistare e di affiancare alla mia Ducati 996s di quegli anni.
Freno, frizione, pulsante di accensione…
La quiete era stata interrotta solo da un sommesso quanto rauco suono proveniente dal doppio tubo di scarico posteriore.
Capote in tela abbassata, minimo colpo di gas, cambio dalla corsa ridotta, posizione di guida infossata, ma praticamente perfetta per me che sono alto 1,66.
Primi chilometri alla ricerca di quella cattiveria di cui avevo letto attraverso le recensioni dei colleghi ma che di fatto almeno, fino a quel momento, era a me sconosciuta.
Sembrava volesse uscire dal motore quel 2 litri aspirato, che non vedesse l’ora di impossessarsi della vettura e di me stesso.
Ero a 4.500 giri e la S2000 era sorniona, tranquillissima.
Colpo d’occhio e noto una zona rossa del contagiri decisamente anomale nel fondo scala: 9.000 giri al minuto!
Complice una strada che si era liberata, complice il mio viaggio appena iniziato da Roma verso Napoli, scalo in terza marcia e affondo il piede sull’acceleratore…
Meraviglia!
In prossimità dei 5.500 giri, ricordo come se fosse ieri quel momento, la Honda S2000 aveva cambiato completamente carattere, grinta, sound.
Un tripudio di cattiveria, un motore, che per quanto fosse aspirato e di cilindrata non elevata, parliamo di un quattro cilindri in linea VTEC da 2 litri, esprimeva tutta la sua potenza, in alto!
I 240 cavalli sembravano fossero tanti, molti di più.
Complice anche un sound che diventava in prossimità del raggiungimento della zona rossa del contagiri, sempre più rabbioso, insistente, racing!
Che spasso ragazzi, che divertimento!
L’assetto era piatto, a ogni rotatoria, il telaio, sincero, diretto, ti trasmetteva le sensazioni giuste e vere, per permetterti di fare ciò che volevi!
A distanza di anni, quel così perfetto connubio tra motore, telaio, freni, sospensioni e masse, l’avrei ritrovato guidando una Mazda RX-8.
Oggi le quotazioni della Honda S2000 sono salite alle stelle.
Anche Lei entra di diritto tra le auto che sogno un giorno di poter far entrare nel mio fatidico garage!