La nuova Lancia Gamma sarà prodotta a Melfi

La nuova Lancia Gamma sarà italiana e nascerà nel nostro Paese.

A poche settimane dall’addio di Carlos Tavares, EX CEO di Stellantis, il Gruppo sembra rinato o meglio, sembra essere più propositivo, visto i dati di vendita e la risposta del mercato. Così è di poche ore fa, l’annuncio che la nuova Lancia Gamma sarà prodotta nello storico stabilimento di Melfi in provincia di Potenza.

Durante il Tavolo Stellantis organizzato presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), Jean-Philippe Imparato, Chief Operating Officer di Stellantis per l’Enlarged Europe, ha ribadito al Ministro Adolfo Urso la volontà del Gruppo di sostenere il tessuto produttivo e sociale italiano.

Lancia protagonista del Rinascimento italiano
L’incontro ha evidenziato il ruolo chiave di Lancia, un marchio storico che sta vivendo una rinascita senza precedenti. Tra gli elementi centrali del rilancio, troviamo nuovi modelli esclusivi, showroom dal design rinnovato e una strategia di internazionalizzazione che punta a riportare il brand ai vertici del mercato premium. Un impegno concreto è rappresentato dalla produzione della nuova Lancia Gamma, che sarà avviata nel 2026 nello stabilimento di Melfi, simbolo di eccellenza industriale e sostenibilità.

La nuova Lancia Gamma: innovazione e sostenibilità

Un modello 100% Made in Italy
Disegnata, progettata e realizzata interamente in Italia, la nuova Gamma rappresenta un baluardo di sostenibilità e innovazione. Verrà prodotta sulla piattaforma multi-energy STLA Medium, che permette l’integrazione di motorizzazioni ibride ed elettriche, offrendo una risposta concreta alle richieste di mobilità green. Questo approccio si traduce in una previsione di crescita dei volumi produttivi e un aumento della competitività del brand sul mercato globale.

Lo stabilimento di Melfi: eccellenza produttiva italiana
L’impianto di Melfi, inaugurato nel 1994, è un fiore all’occhiello della manifattura italiana, con processi altamente automatizzati e un forte focus sulla sostenibilità. Questo sito, già noto per la produzione della seconda generazione della Ypsilon tra il 1995 e il 2003, si conferma un pilastro della strategia di elettrificazione di Stellantis.

Il Rinascimento di Lancia: una roadmap ambiziosa

Il percorso di rilancio di Lancia è iniziato nel 2023 con il nuovo logo, la rinnovata identità aziendale e il lancio del concept Lancia Pu+Ra HPE. Il piano strategico “Dare Forward” prevede l’introduzione di tre nuovi modelli entro il 2028, partendo dalla Nuova Ypsilon, già acclamata per la sua versatilità e sostenibilità. Questo modello, interamente progettato a Torino, ha già registrato oltre 11.000 ordini.

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Fiat 130 Coupé

La Fiat 130 fu l’ultima, vera limousine, del Lingotto.

Nei primi anni Sessanta, la Fiat non aveva ancora acquisito i marchi Lancia e Ferrari e quindi aveva la necessità di entrare nel settore di mercato premium dal quale era totalmente assente.

Il padre della Fiat 500 , Dante Giacosa, era molto perplesso sul progetto, poiché riteneva il marchio torinese non adatto a competere nel settore premium, allora predominio di Jaguar e Mercedes.

Rimase però inascoltato e così si iniziò a dar vita al progetto prendendo come punto di riferimento la Jaguar Mark X e la Mercedes 300 SE.

Ne scaturì una vettura con alti contenutici tecnici ma esteticamente destinata a non riscuotere un grosso successo sul mercato.
La vettura con i suoi 4,75 mt di lunghezza, 1,805 mt di larghezza ed 1,438 mt di altezza si presentava imponente ed altera, per i tempi.

Era equipaggiata con un propulsore 6 cilindri a Vdi 60 gradi, con una cilindrata di 2800 cc.

Distribuzione con albero a camme in testa per bancata ed azionamento con cinghia dentata.

L’alimentazione era assicurata da un carburatore verticale doppio corpo Weber 42 DFC.

Il propulsore era abbinato ad un cambio automatico Warner Gear a tre marce più la retromarcia, oppure a richiesta un cambio manuale a 5 marce + retromarcia con velocità massima di 185 km/h.

La vettura fu la prima auto italiana ad avere un cambio automatico.

L’interno, completamente rivestito in velluto o in pelle, ospitava strumenti rettangolari ed allineati, che facevano l’occhiolino alle strumentazioni adottate sulle auto americane.

Fra gli optional era possibile avere il servosterzo e l’aria condizionata.

Nel corso del 1971 venne lanciata sul mercato la coupè, disegnata da Pininfarina.

La linea della coupè si discostava nettamente dalla berlina, poiché presentava tratti tesi e spigolosi e segnava la nascita di una trilogia, perché presso gli stabilimenti Pininfarina si proseguì con la progettazione della Ferrari 365 GTA 2+2 e la Lancia Gamma.

Presso lo stabilimento Fiat veniva assemblata solo la scocca della coupè e poi veniva inviata allo stabilimento Pininfarina che provvedeva alla verniciatura, e all’allestimento apponendo il proprio marchio sulle fiancate.

La Fiat 130 coupè utilizzava gran parte della meccanica della berlina e solo il motore passava da una cubatura di 2800 cc a 3235 cc e 165 cv.

La crisi petrolifera del 1973, segnò però il destino e della limousine e della coupè, ma la vera fine fu segnata dai consumi proibitivi: era facile infatti avere un consumo di 3 km/litro nel ciclo urbano.

Ma la vera fine fu decretata dall’immagine “proletaria” che la Fiat aveva in quei tempi, ritenuta non adatta a cimentarsi nel settore premium .

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