Opel Tigra TwinTop

Opel Tigra nel lontano 2004 si sbarazzava del tetto per sfoggiare una linea per quei tempi avveniristica.

Erano gli anni della Mercedes-Benz SLK, dove il tetto apribile in metallo aveva fatto scuola, una soluzione che fu ripresa anche sulla Opel Tigra TwinTop.

Lo spot pubblicitario indicava la due porte tedesca come un’auto scoperta da utilizzare in tutte le quattro stagioni.

Grazie a quel meccanico capace di nascondere il tetto dietro i due posti anteriori, la Tigra TwinTop era un’autentica trasformista.

Anche la sua capacità di carico superava ogni aspettativa, il tetto retrattile dalle dimensioni contenute consentiva di ricavare un spazio di carico di oltre 500 litri.

Presentata in anteprima al Salone di Ginevra, la biposto del Fulmine fu eletta “Cabrio of the Year 2024” da una giuria di giornalisti specializzati.

La carrozzeria della Opel Tigra TwinTop era costruita dalla carrozzeria francese Heuliez di Cerizay.

Opel Tigra, una TwinTop aspirata

Due le motorizzazioni previste per la Tigra “Cabrio”, entrambe basate su di un 4 cilindri in linea Ecotec, due configurazioni benzina e aspirate.

La 1.400 Twinport aveva una potenza di 90 cavalli, la versione più potente, forte di una cilindrata più alta, da 1,8 litri, sprigionava 125 CV.

Esteticamente la Tigra TwinTop era nettamente diversa rispetto alla sua antenata. La configurazione cabrio-coupé e il sofisticato cinematismo del tetto apribile elettrico, la rendevano unica e non solo.

Il tetto era in metallo e tramite la semplice pressione di un pulsante, rientrava completamente.

A differenza di sistemi analoghi che prevedevano due o tre parti del tetto che si sovrapponevano l’una sull’altra, sottraendo così spazio al vano bagagli, il particolare cinematismo della TwinTop faceva risparmiare spazio.

Con il tetto abbassato la Opel Tigra TwinTop aveva una capacità di carico di 250 litri ai quali se ne aggiungevano ulteriori 70 litri nello scomparto dietro ai sedili.

Lunga 3,92 metri, larga 1,9 metri e alta 1,36 metri, il look della Tigra TwinTop non passava inosservato.

Purtroppo non ebbe molto successo sul mercato.

La principale motivazione risiede nel taglio netto con il passato, da coupé a coupé-cabrio, dove a fronte di uno stile originale si era passati a un design forse fin troppo schematico e avveniristico per quei tempi.

In luogo delle motorizzazioni aspirate, forse, un’unità turbo da 200 cavalli, con qualche tocco di grinta in più nell’estetica, avrebbe sicuramente acceso la passione di chi vedeva nella Tigra, una coupé divertente e originale, ma anche una base facile su cui intervenire (tuning).

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Honda S2000

Sicuramente la Honda S2000 è tra le auto che mi è rimasta nel cuore.

In oltre 20 anni di professione credo di aver provato centinaia e centinaia di scoperte, berline, familiari, due posti ma la Honda S2000 è riuscita a far brezza nella mia anima.

Avevo poco più di venti anni e uno splendido esemplare con carrozzeria nera mi fu consegnato dall’ufficio stampa di Honda, con l’obiettivo di provarla e ricavarne una recensione.

Erano gli anni che lavoravo per una trasmissione televisiva in onda su C21, anni dove le sportive impazzavano e anche la fantasia dei designer.

Ricordo come se fosse ieri, questa bellissima Honda S2000, carrozzeria nera, interni in pelle rossa. Auto fantastica per tanti motivi.

La strumentazione, per me che sono un patito di moto sportive, riprendeva stile e grafica della VFR. Contagiri digitale, tachimetro a numeri, una plancia essenziale ma che ti dava la netta sensazione di essere al comando di un’auto fuori da comune.

Honda S2000: l’ho guidata!

Un’auto che ho sempre paragonato a dr. Jekyll e Mr Hyde, la Honda S2000 aveva una doppia anima. Fino ai 5.000 – 5.500 giri al minuto era mansueta e docile, superata questa soglia, il suo temperamento diventata prorompente.

Quel quattro cilindri da 2 litri con fasatura variabile, diventava cattivo, complice una sonorità rauca, rabbiosa, che sembrava non finire mai, fino al limitatore.

Ecco, se sono riuscito a darvi l’idea di quanto quest’auto sia stata unica nel panorama automobilistico dell’epoca, abbinateci un telaio altrettanto diretto e uno sterzo millimetrico.

Il cambio era paragonabile per facilità di innesti e velocità, a quello della Mazda MX-5, una delle migliori se non la migliore trasmissione manuale in circolazione.

Ora, fatta questa premessa, quando sareste disposti a spendere per entrare in possesso di una Honda S2000 usata ma tenuta maniacalmente?

Uno splendido esemplare che ha percorso circa 1.200 chilometri è ora in vendita (non so se quando leggerete quest’articolo la troverete ancora disponibile…).

Ha una carrozzeria gialla, nessun segno del tempo ed è stata immatricolata nel 1999 in Giappone.

Guida a destra, condizioni impeccabili e tutto conservato come se fosse un esemplare pronto a uscire dalla concessionaria.

In vendita sul sito d’aste Bring a Trailer, questa S2000 ha raggiunto una quotazione che supera i 120.000 dollari.

Pochi o tanti, ovviamente dipende dalla tasca e dalle possibilità.

Potendo, affermo sempre che un giorno, una Honda S2000, una Opel Omega Lotus e una Mitsubishi 3000GT entreranno nel mio dream garage.

Nell’apertura di un altro articolo dedicato alla Pagani Zonda Roadster ho premesso che spesso per chi è appassionato come me di auto storiche e sportive, i sogni nel cassetto sono destinati a restare tali.

Forse anche questa S2000!

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