Incentivi auto, la Germania è pronta a sostenere le aziende

La Germania sarebbe pronta a varare nuovi incentivi auto per l’acquisto di vetture elettriche.

Il Governo tedesco è pronto a mettere sul piatto della bilancia circa 585 milioni di euro. I nuovi incentivi auto sarebbero tutti destinati all’acquisto di auto elettriche.

Una misura nuova, perché i nuovi incentivi varanti in Germania riguarderebbero esclusivamente le aziende che sceglieranno l’acquisto di un’auto elettrica da dare in dotazione ai propri dipendenti.

Una manovra che di fatto esclude i privati.

La mossa del governo è interessante, perché consente alle aziende, a partire dal 2025, di detrarsi dalle imposte, nel primo anno di acquisto della vettura, fino al 40% del suo valore.

Negli anni successivi, per via dell’ammortamento, la percentuale si ridurrebbe al 6%, fino al sesto anno.

Ma c’è un passaggio in più rispetto ai classici incentivi.

L’effetto retroattivo, dunque l’azienda che avrebbe acquistato un’auto elettrica a partire dal 1° luglio 2024, potrebbe scaricarsi il tutto. Il solo limite è un valore massimo per l’ammortamento di 70.000 euro e un prezzo di listino, intenso come tetto massimo, di 95.000 euro.

Lo scopo dei nuovi incentivi auto tedeschi è solo uno.

Aiutare i costruttori nazionali soprattutto, provando a farli uscire da un vortice che sembra possa non avere fine.

Mai fino a oggi era accaduto che il Gruppo Volkswagen pensasse alla chiusura di ben due stabilimenti, entrambi presenti in Germania.

All’appello per il Gruppo Volkswagen, mancherebbero circa mezzo milione di veicoli, un dato impressionante che tiene conto delle immatricolazioni pre-pandemia.

Volkswagen pensa che occorrerebbero due anni per sistemare il tutto e pareggiare la produzione.

Nell’attesa scattano gli aiuti, perché in Germania il governo sostiene l’economia locale, senza mezzi termini.

E in Italia, quando i nuovi incentivi auto?

Sembra, ma forse è un mio sentore, che in Italia, il Governo non stia minimamente valutando la gravità della situazione in cui versa il mercato auto.

Al di fuori di Stellantis, che sappiamo bene i problemi che dovrà affrontare, c’è tutto un comparto, dall’accessoristica all’aftermarket, che nel mondo automotive, lavora da decenni.

Non valutare minimamente possibili incentivi, significa buttare nel fuoco anni e anni di esperienza e leadership di un’industria, quella automobilistica italiana, che fino a qualche anno fa, era il punto di riferimento per l’intero mondo, Asia compresa.

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Jaguar I-Pace

Jaguar è impegnata in una massiccia campagna di sicurezza, protagonista la bella e avveniristica Jaguar I-Pace.

Sono 2.760 gli esemplari di Jaguar I-Pace prodotti nel 2019, soggetti alla campagna di richiamo.

Il SUV elettrico inglese, il primo modello del Marchio del giaguaro a essere offerto con la sola motorizzazione elettrica.

A essere interessati a un accurato controllo sono le unità immatricolate proprio all’inizio della sua commercializzazione.

Il problema risiede nella batteria che, surriscaldandosi, potrebbe causare un rischio di incendio. Si tratta di un problema di non poco conto, dove è intervenuta anche la National Highway Traffic Safety Administration.

L’ente americano ha consigliato ai proprietari della I-Pace di parcheggiare all’esterno del box della propria abitazione o quanto meno lontano dai palazzi ed edifici.

Una azione di richiamo effettuata proprio in virtù del concreto rischio di incendio del SUV elettrico Jaguar.

In realtà la Jaguar I-Pace era stata già oggetto di una campagna di richiamo, i tecnici erano intervenuti sul software.

Nonostante tutto, secondo i report della National Highway Traffic Safety Administration, i rischi di incendio si sarebbero sviluppati soprattutto dopo l’aggiornamento software.

La vettura potrebbe prendere fuoco anche quando è parcheggiata e a distanza di ore dall’ultimo utilizzo.

Negli Stati Uniti, tre le segnalazioni di un possibile rischio di incendio.

Con l’ultimo richiamo, la capacità di carica della Jaguar I-Pace sarà limitata all’80% 

Una soluzione temporanea, che consentirà agli ingegneri di sviluppare un software in grado di tenere a bada l’elevata temperatura che la batteria potrebbe raggiungere nell’utilizzo quotidiano della vettura.

Una situazione incresciosa, che butta ulteriormente fango sull’auto elettrica.

Nella lettera della campagna di richiamo è riportato anche un ulteriore consiglio, quello di parcheggiare la vettura lontano da casa per ulteriori 30 giorni dal ripristino della stessa.

A partire dal 2025 il Marchio inglese si convertirà completamente all’elettrico, meglio dunque, che questa situazione venga risolta al più presto.

 

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