Triumph Spitfire

Triumph Spitfire è una sportiva disegnata da un grande designer italiano: Giovanni Michelotti.

Un’artista che già aveva  disegnato vetture per Ferrari, per Maserati e Pininfarina ed artefice della Triumph Spitfire .

Fu prodotta per diciotto anni, fino al 1980 con le prime serie che utilizzarono propulsori, meccanica e sospensioni già in uso per altri modelli.

Il motore era il quattro cilindri in linea con albero a camme laterale di 1147 cc già usato su una vecchia auto della Triumph, la Herald.

L’alimentazione con due carburatori portava ad una potenza massima di 63 cv .

Il propulsore era abbinato ad un cambio manuale a quattro rapporti, le sospensioni tradizionali a quattro ruote indipendenti, e freni anteriori a disco.

La Spitfire , attaccata al suolo, con un peso di quasi 800  kg, era divertentissima da guidare

La sua bellissima linea ed il prezzo molto basso, portarono all’immediato successo della piccola sportiva, che aveva preso il nome degli aerei caccia Supermarine Spitfire dell’aviazione britannica.

Incaricata della vendita in Italia fu la carrozzeria Ducati, che, per problemi di omologazione  fu costretta ad aggiungere dei fari nella parte posteriore della vettura che inficiarono  la bellezza della parte posteriore.

Nel corso della sua lunga vita,  la vettura fu rivisitata più volte: sicuramente  la versione che ebbe più successo in Italia fu la quarta serie , la MKIV, che con tanti piccoli particolari come gli indicatori di direzione a goccia, il bocchettone della benzina, lo specchietto esterno o la manopola per aprire le portiere,  o l’elemento semisferico copriluci della targa, fu la massima interpretazione del designer Michelotti.

LA MKIV fu oggetto anche di interventi di meccanica come,ad esempio, di nuove sospensioni posteriori con il montaggio di un perno centrale Swing Spring in grado di interagire sul comportamento stradale della vettura oppure l’aumento della cilindrata da 1296 a 1463 cc.

Il segno del grande successo della vettura è testimoniato dagli esemplari venduti:  oltre trecentomila appassionati stregati dalla piccola sportiva inglese ma nata dall’ingegno italiano.

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