MINI Cooper SE

Al via la campagna richiamo per la MINI Cooper SE, la compatta tre porte inglese completamente elettrica.

A essere coinvolti sono 12.535 esemplari di MINI Cooper SE costruiti tra il 21 marzo 2019 e il 25 gennaio 2024.

La campagna richiamo promossa dalla Casa Madre nasce per via di un possibile rischio di incendio.

In pratica, il pacco batteria ad alto voltaggio potrebbe andare in cortocircuito e prendere fuoco.

Sembrerebbe che il mancato raffreddamento del pacco batteria possa provocare un surriscaldamento dello stesso, anche se il veicolo è fermo e non acceso.

Un possibile rischio di incendio è stato segnalato dal proprietario di un esemplare americano di MINI Cooper SE lo scorso mese di ottobre.

Nel mese di gennaio, un’altra segnalazione, questa volta l’esemplare andato a fuoco si trovata in Germania.

Così il BMW Group con i suoi tecnici ha avviato una serie di indagini per poi procedere l’8 agosto 2024 a una completa campagna richiamo.

Per fortuna non è stato segnalato nessun ferito o incidente grave a seguito del surriscaldamento della batteria.

Per risolvere il problema, occorre effettuare unicamente un aggiornamento del software di sistema, senza alcun intervento tecnico.

Ciò permetterà al cliente di avere a disposizione una funzione aggiuntiva che attiverà in caso di surriscaldamento del pacco batteria ad alto voltaggio, le ventole, facendo in modo da scongiurare possibili rischi.

Per fortuna oramai, via software, è possibile intervenire rapidamente e senza complicare le cose anche dal punto di vista tecnico.

Con gli aggiornamenti OTA (Over-the-Air), addirittura, la Casa Madre può intervenire direttamente sulla vettura, da remoto, senza che il cliente sia costretto a recarsi in officina e a fermare la vettura.

Le campagne di richiamo servono dunque proprio a questo, a scongiurare possibili pericoli e a evitare che in futuro, simili problemi possano verificarsi.

Purtroppo con le auto elettriche, visto anche il riscaldamento globale del pianeta, sta accadendo sempre più spesso che le batterie raggiungano temperature d’esercizio elevate, comportando così, possibili rischi di incendio.

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Quando la sicurezza gioca brutti scherzi in casa Citroen

Oramai da qualche settimana circola la notizia degli airbag difettosi presenti su alcuni modelli Citroen di qualche decennio fa.

Una questione spinosa per tanti punti di vista, che sta obbligando Citroen a effettuare una campagna di richiamo massiccia per la sostituzione degli airbag difettosi.

Sia ben chiaro, i modelli del costruttore francese che devono essere sottoposti a controlli e a ispezioni accurate presso le officine ufficiali, si “limitano” alla C3 e alla DS 3 prodotte tra il 2009 e il 2019.

La campagna di richiamo promossa da Citroen prevede l’invio di mail e lettere ai clienti direttamente interessati. Nel testo il costruttore invita i propri clienti a smettere di guidare il veicolo fino a quando non sarà effettuata la riparazione.

A essere incriminato è l’airbag prodotto dalla Takata, dispositivo di sicurezza attivo che potrebbe accidentalmente esplodere, rivelandosi mortale.

In Italia è stata accertata la prima vittima che a seguito dello scoppio inopportuno dell’airbag, ha perso il controllo del veicolo.

Via rete, via televisione, radio e quotidiani, la campagna di richiamo Citroen, non risparmia alcun media. I Paesi coinvolti sono la Francia, Spagna, Portogallo e Italia.

In totale sono circa 129.000 gli esemplari che saranno controllati e ispezionati, in Italia sono poco più di 29.000.

Nel corso dell’ispezione che verrà effettuata presso la rete ufficiali delle officine del Marchio del double Chevron, se necessario, sarà sostituito l’airbag difettoso con uno perfettamente funzionante.

Campagna di richiamo Citroen, airbag difettosi

Basterà registrarsi sul sito tramite il QR code presente sulla lettera che il costruttore ha inviato.

I proprietari delle vetture oggetto della campagna di richiamo potranno richiedere, gratuitamente, una vettura di cortesia.

Solo per il mercato francese è prevista la riparazione a domicilio.

Come ne uscirà Citroen da tutta questa vicenda?

Sicuramente, anche se non è chiaro chi e come, qualcuno internamente pagherà. Probabile il fornitore Takata o chi di doveva controllare la qualità e l’efficacia dei sistemi di sicurezza.

Sta di fatto che per il costruttore automobilistico francese, il danno di immagine ma anche economico, non è da sottovalutare.

Oramai quasi tutti i media e siti specializzati, hanno riportato la notizia e in tutto questo c’è anche chi specula.

Certo, stare al volante di un veicolo non sicuro, imporrebbe a chiunque la sosta forzata dello stesso, con eventuali danni per chi va al lavoro utilizzando la vettura.

In tutto questo, sicuramente c’è un aspetto da considerare.

La sicurezza non viaggia spesso di pari passo con la tecnologia, tra mille sensori di diagnosi e spie, possibile che nessuno si sia accorto della difettosità dell‘airbag della Takata?

Paghi chi c’entra, anche perché se in Italia è stato appurato, che già c’è stata una vittima, ora è il caso di far uscire anche i responsabili, con buona pace dell’immagine del costruttore e dell’incolumità degli utenti.

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